martedì 7 gennaio 2014

Richard Sennet & la sveglia.

"Tempo dell'industria e tempo dell'artigianato"

Richard Sennet nel suo saggio “ L’uomo artigiano” affronta anche il tema del tempo e del modo in cui esso viene scandito. Tema che sicuramente ci può avvicinare all’oggetto-sveglia. 

In particolare l’autore all’inizio del libro è presente una breve nota sulla brevità del tempo. In questa nota l'autore fa riferimento a un esperimento di John Maynard Smith. In questo esperimento lo scienziato chiede di visualizzare un film di due ore sull’evoluzione della vita animale, nel quale la storia dell’uomo fabbricante di utensili occupa solamente l’ultimo minuto. Questo ci dimostra come il tempo della cultura materiale sia in realtà breve e come in quel piccolo lasso di tempo l’uomo si sia inventato un’enorme quantità di differenti modi di vivere. Tuttavia all’interno del saggio Sennet parla più volte del “tempo dell’artigianato” come un tempo lento, poiché essendo i prodotti dell’artigianato oggetti solidi, ci si può soffermare sui particolari in qualsiasi momento, cosa che non può avvenire con il flusso di un discorso.
Inoltre il tempo dell’artigianato è ancora più lento se paragonato a quello delle macchine. Il passaggio al mondo industrializzato è un altro dei temi affrontati da Sennet. Filosofo pragmatista, l’autore è convinto della stretta relazione fra mano e cervello e guarda con preoccupazione ai “robot”, le macchine in grado di sostituire l’uomo nel loro lavoro. Egli infatti crede che attraverso lo svilupparsi delle abilità manuali, l’uomo abbia sviluppato di pari passo alcune importanti abilità intellettive. Per queste ragione la perdita della “manualità” nell’uomo assume un’accezione negativa. Per via dei tempi rapidissimi della new economy , si rischia di non avere più la capacità di riflettere sugli errori, sulle imperfezioni, determinando un sistema chiuso basato sulla ripetizione statica.
Riportandoci all’esempio della sveglia, oramai per produrne una è sufficiente, forse, qualche minuto. Le sveglie e gli orologi digitali risultano molto più semplici da assemblare e come numero di componenti, e per questo motivo facilmente realizzabili industrialmente. 

Nello smontare una sveglia "a ingranaggi", di qualche tempo fa, io e la mia collega ci siamo imbattute nella catalogazione di cinquantasette componenti diversi, lì dove le attuali sveglie ne avranno a malapena dieci. Questo ci ha fatto riflettere su quanta perizia dovesse avere un vecchio maestro orologiaio per creare e riparare oggetti del genere.
Possiamo immaginare che la categoria degli orologiai sia stata molto danneggiata dall’avvento dell’industria e degli apparecchi digitali e attualmente quella degli orologi “a ingranaggi” rappresenta solo una produzione di nicchia per collezionisti.
Di pari passo è buffo pensare come la sveglia stessa si sia in qualche modo resa complice di questo sistema meccanizzato e rapido, rappresentando un modo di svegliarsi artificiale reso ancora più inevitabile nella frenesia della vita moderna, in cui i minuti possono fare la differenza.

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