domenica 12 gennaio 2014

Sommario


Le parole-chiave proposte nella mappa concettuale sovrastante sono le stesse scelte per le etichette del nostro blog. Se vi hanno incuriosito non vi resta che leggere tutto il resto...

“È mattina, suona la sveglia.” L’incipit di una storia e quello di quasi tutte le nostre giornate. 
Per questo nel vasto panorama di oggetti che abitano la nostra dimensione quotidiana abbiamo scelto proprio lei: la sveglia, da tutti amata/odiata, ma soprattutto odiata.
Questo blog si propone quindi di analizzare l’oggetto-sveglia, capirne finalità, funzionamento e “anatomia” e suggestioni, scoprendo una rete di link che possono svilupparsi intorno ad esso.
Un primo prototipo della sveglia “a ingranaggi” era stato pensato, seppur non brevettato da Levi Hutchins nel 1787. Attraverso innovazioni e brevetti, ne abbiamo ripercorso l’evoluzione a partire dai primi orologi ad acqua fino alle moderne applicazioni per smartphone.
Ci siamo posti diverse domande: come ci relazioniamo con la sveglia, quali emozioni suscita, in che modo può influenzare o riflettere la conformazione della nostra società. Il blog infatti affronta anche il modo in cui le diverse discipline possono entrare “nel circuito di relazioni” della sveglia: psicologia, biologia, medicina, letteratura, matematica, fisica, nel cinema e nella arti.
E se è vero che “il buongiorno si vede dal mattino”, in che modo spegnere la sveglia può cambiare la nostra giornata? Ci si può divertire a pensare che sparare contro un bersaglio, disinnescare una bomba, o sollevare un manubrio, piuttosto che spegnere un semplice tasto, possa fare la differenza. Ma a contribuire ad una visione meno spiacevole della sveglia, ci sono anche le pubblicità. Particolarmente interessanti quelle di alcuni brand storici, che più che sul divertimento e sull’assurdità, facevano leva sulla routine, la quotidianità e aspetti di costume.
“È sera, stai andando a dormire, imposta la sveglia per il giorno dopo.” 
Si conclude così il nostro racconto. 
Buona lettura.

Giulia Giordano e Livia Fiume, curatrici del blog e studentesse al secondo anno di Design e Comunicazione Visiva al Politecnico di Torino, corso di Storia delle cose.

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